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Pensioni Militari: SIM Marina rilancia le sue azioni di tutela

Il personale della Marina Militare e l’intero Comparto Difesa/Sicurezza si trovano di fronte a un bivio previdenziale critico, con indiscrezioni, non ancora confermate circa l’inasprimento dei requisiti di uscita (dal 2027 i militari saranno costretti a lavorare tre mesi in più (aumentando i requisiti anagrafici e contributivi) per accedere alla pensione di anzianità o di vecchiaia?

Sulla questione comunque è intervenuto il Segretario Generale Walter Greco: “Penso che siamo di fronte ad una incomprensione. Sulla questione comunque vigileremo tramite il nostro servizio di tutela amministrativa e previdenziale. Se sarà necessario. Faremo tutto quello che ci è consentito per scongiurare questa eventualità”

In attesa di chiarimenti facciamo il punto su due questioni molto importanti per chi si accinge ad accedere alla pensione.

La Sentenza 8/2025 della Corte dei Conti a Sezioni Riunite.

Negli ultimi giorni è tornata al centro dell’attenzione la sentenza n. 8/2025/QM/SEZ delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti, che ha confermato un principio importante per il personale militare: i riscatti e le maggiorazioni — come quelli relativi all’accademia, ai corsi di formazione o al servizio pre-ruolo — sono validi ai fini del raggiungimento dei 18 anni di servizio utili al 31 dicembre 1995, soglia necessaria per accedere al sistema pensionistico retributivo pieno.

Una pronuncia che rafforza un orientamento già consolidato, ma che non deve essere fraintesa. Non si tratta di una rivoluzione normativa, né di un’apertura automatica a nuovi ricorsi. Anzi, nella maggior parte dei casi, non è necessario alcun intervento legale.

Molti colleghi che al 31 dicembre 1995 avevano già maturato 16 o 17 anni di servizio utile sono oggi in pensione, e i loro diritti risultano già acquisiti. Facciamo presente che la possibilità di riscattare i periodi di formazione è sempre esistita, anche se, come spesso accade, la sua applicazione concreta ha risentito delle interpretazioni dei singoli uffici.

La sentenza, dunque, non introduce novità sostanziali, ma rappresenta una conferma autorevole. Un passo importante, sì, ma che non giustifica iniziative affrettate o ricorsi indiscriminati. Muoversi senza un reale presupposto potrebbe addirittura compromettere un orientamento favorevole già in essere.

Per questo, il SIM Marina invita tutti i colleghi a non agire in autonomia, ma a confrontarsi prima con i nostri esperti. Ogni posizione va valutata con attenzione, caso per caso.

Infine, è bene ricordare che il riscatto può essere richiesto solo da chi è ancora in servizio. Chi è già in pensione non può più accedere a questa possibilità.

La Previdenza Dedicata

Una possibile soluzione strutturale per garantire la dignità previdenziale al personale è l’approvazione del Disegno di Legge sulla Previdenza Dedicata. E’ necessario correggere i coefficienti di trasformazione applicati alla quota contributiva, troppo penalizzanti allo stato attuale.

“Allo stato attuale pensiamo che sia urgente dare garanzie a chi nei prossimi anni andrà in pensione con gravi penalizzazioni” dichiara il Segretario Generale di SIM Marina. “Sul tavolo c’è la proposta della previdenza dedicata per la quale il governo aveva dato assicurazioni, anche se poi nulla si è più mosso. Ma siamo aperti anche a valutare altre opzioni. Ben vengano altre proposte da discutere. Il nostro obiettivo resta quello di garantire la sostenibilità economica delle famiglie dei militari una volta raggiunta la pensione. Da parte nostra stiamo già cercando convergenze con altre sigle sindacali rappresentative del mondo militare per avanzare concrete richieste al Governo”.

Articolo a cura del “Servizio tutela amministrativa e previdenziale” di SIM Marina

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