Il Trattamento di Fine Servizio (TFS) rappresenta un diritto fondamentale per ogni lavoratore del settore pubblico, e in particolare per il personale militare, che al termine della propria carriera attende legittimamente la liquidazione maturata.
Attuali criticità
Tuttavia, il sistema attuale di erogazione del TFS presenta numerose criticità, soprattutto per quanto riguarda i tempi di pagamento.
Oggi il TFS viene pagato, secondo l’importo, fino ad un massimo di tre rate annuali. Il primo anno fino a 50.000€. Il secondo la parte superiore ai 50.000€ fino al massimo di 100.000€. Il terzo anno la parte superiore ai 100.000€.
Il dibattito in corso
Negli ultimi mesi, si è aperto un dibattito istituzionale che potrebbe portare a una riforma significativa di questo meccanismo, con l’obiettivo di renderlo più equo ed efficiente.
Secondo quanto riportato nella relazione programmatica del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (CIV) dell’INPS per il biennio 2026–2028, si sta valutando la possibilità di rivedere l’attuale disciplina del TFS.
Questa proposta nasce dalla consapevolezza che il sistema attuale non solo è inefficiente, ma rischia anche di ledere i diritti dei lavoratori. A confermare questa posizione è intervenuta la Corte Costituzionale, che con la sentenza n. 130/2023 ha dichiarato che il pagamento differito del TFS può essere giustificato solo in via eccezionale e temporanea.
Se applicato in modo sistematico, infatti, viola il principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione.
Un nuovo indirizzo politico
Sebbene le proposte dell’INPS non abbiano ancora valore vincolante, esse rappresentano un chiaro indirizzo politico e tecnico che potrebbe tradursi in un intervento normativo nei prossimi anni.
Se recepite dal legislatore, queste indicazioni potrebbero portare a una riforma che andrebbe a beneficio anche del personale delle Forze Armate, garantendo tempi di pagamento più rapidi e modalità più semplici.
La posizione del SIM Marina
Il SIM Marina, sindacato rappresentativo del personale militare, ha accolto con favore questa apertura e ha dichiarato la propria intenzione di prodigarsi in ogni sede istituzionale per la modifica dell’attuale normativa.
Il sindacato ribadirà in ogni sede l’importanza di riconoscere il diritto a una liquidazione tempestiva e dignitosa per chi ha servito il Paese con impegno e sacrificio.
In conclusione, la possibile riforma del TFS rappresenta un’opportunità concreta per correggere un sistema che da anni penalizza il personale militare e più in generale i dipendenti pubblici.
Il riconoscimento di un diritto non può essere rimandato per anni, né subordinato a logiche burocratiche o finanziarie. È auspicabile che le istituzioni colgano questo momento per intervenire in modo deciso, restituendo giustizia e rispetto a chi ha dedicato la propria vita al servizio dello Stato.