Convegno del Movimento Genitori Separati a Roma

L'intervento del SIM Marina al Convegno. Maggiori difficoltà per i i minori quando nella famiglia almeno un genitore è militare

Si è tenuto nella giornata del 19 settembre, presso la Sala della Regina a Palazzo Montecitorio, il convegno organizzato dal Movimento Genitori Separati con cui SIM Marina ha stipulato un accordo di collaborazione.

Per SIM Marina la partecipazione è stata garantita dalla presenza del Vice Presidente Salvatore Pillitteri, dal Consigliere Salvatore Cavaliere e dal Segretario Regionale Centro Luca Monacelli. L’invito è stato esteso anche all’Avvocato Monica Lomonaco che da tempo collabora con la sigla sindacale.

La discussione si è incentrata sulle problematiche legali e psicologiche connesse alla separazione di una coppia con minori.

SIM Marina è intervenuta portando l’esperienza delle difficoltà aggiuntive che un genitore separato o divorziato incontra essendo militare della Marina. I maggiori obblighi di servizio ed i trasferimenti di sede di lavoro rendono maggiormente difficile la situazione dei minori coinvolti.

L’intervento effettuato.

Prima di ogni ruolo…, di ogni uniforme…,di ogni incarico istituzionale…, ricordiamoci che siamo tutti genitori, ma che ancora prima…, siamo stati tutti figli

Sappiamo bene cosa significa cercare lo sguardo di un padre o di una madre, attendere una parola di conforto, sentire la sicurezza di una presenza… ognuno di noi porta dentro il ricordo di quel legame primario, che ci ha formati negli anni come persone, e ci ha resi ciò che oggi siamo…

Ecco perché oggi non parliamo solo di norme, di sentenze o di procedure: parliamo di infanzia, di adolescenza, di quel patrimonio umano che è la base stessa della nostra società. E se è vero che “non ci può essere rivelazione più acuta dell’anima di una società, che il modo in cui tratta i suoi bambini”, allora ciò che diremo oggi riguarda tutti noi, senza eccezione alcuna…

Quando affrontiamo il tema della tutela dei figli nelle separazioni, non possiamo che partire dalla nostra Costituzione. I Padri Costituenti, in un’Italia che stava rinascendo, avevano ben chiaro che proteggere l’infanzia significava proteggere il futuro. E noi militari, quando abbiamo giurato fedeltà alla Repubblica, abbiamo giurato anche di osservare lealmente quei principi…

Articolo 30 e 31 della Costituzione. recitano testualmente

Articolo 30: È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli. Un dovere che non conosce eccezioni di status o professione.

Articolo 31:La Repubblica agevola la famiglia e tutela l’infanzia con misure concrete.

Questi principi non vivono isolati: sono in armonia con un più ampio quadro di tutele riconosciute a livello europeo e internazionale. La Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia afferma che l’interesse superiore del minore deve essere la considerazione preminente in ogni decisione che lo riguarda. La Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea ribadisce il diritto di ogni bambino a mantenere relazioni personali e contatti diretti con entrambi i genitori. La Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo tutela il diritto al rispetto della vita familiare, e l’orientamento  giurisprudenziale  prevalente della Corte EDU ha più volte richiamato gli Stati a garantire che le misure interne non compromettano il legame genitore-figlio.

La Legge 54/2006

A questi principi si è aggiunta, nel 2006, una riforma che in qualche modo  si conforma ad essi “scusate il giro di parole”, che ha segnato senz’altro in ambito nazionale un passaggio epico: la Legge 54/2006

Fino ad allora, nella maggior parte dei casi, la separazione significava che uno dei due genitori – quasi sempre il padre – vedeva ridursi drasticamente il proprio ruolo nella vita dei figli. Con questa legge, il legislatore ha voluto cambiare prospettiva nel precipuo interesse della prole: non più un genitore “principale” e uno “secondario”, ma due figure di pari dignità e responsabilità.

La sua nobile finalità è stata affermare appunto, che il figlio ha diritto a crescere con entrambi i genitori, anche quando la coppia si scioglie.

Non si tratta solo di garantire visite o tempi di permanenza, ma di preservare la continuità affettiva, educativa e di cura che costituisce la base della sua stabilità emotiva. Con la 54/2006, il legislatore ha voluto dire: “Il vostro rapporto di coppia può finire, ma il vostro essere genitori non finisce mai”.

Eppure, nel nostro contesto, il cosiddetto  mondo delle stellette, questi principi statuiti per lo più da fonti normative primarie, rischiano di restare inapplicati, in particolar modo quando parliamo di:

  • trasferimenti periodici obbligatori
  • missioni nazionali ed estere, bordo o terra
  • turni e orari di servizio non facilmente modificabili
  • assenze prolungate e inderogabili che in ambito della nostra FFAA Marina, si traducono in imbarchi di lungo periodo con tanto di approdi in latitudini distanti, talvolta anche a svariate  centinaia di miglia dalla propria residenza.

L’alta conflittualità ulteriore elemento critico

Un ulteriore elemento di criticità è rappresentato  senza ‘altro da tutti quei  casi di separazione ad alta conflittualità, ove non è raro che la violazione – per palese causa di forza maggiore – degli obblighi derivanti dalle sentenze non impedisca all’ex coniuge di presentare formale denuncia-querela. E così, proprio quei principi, anche di rango costituzionale e internazionale, che abbiamo giurato di osservare, finiscono per essere disattesi… Ovviamente non per volontà propria, ma per impossibilità materiale di adempiere… ed il risultato discendente non è che un ulteriore peso afflittivo che ricade sempre e comunque sul minore, minandone viepiù la serenità e la salute psicofisica.

 E questo, per chi ha giurato di proteggere, rappresenta un fardello doppio: come genitore e come servitore dello Stato.

Cosa chiediamo

Non chiediamo privilegi, chiediamo che il diritto del minore a mantenere un rapporto stabile con entrambi i genitori gli sia garantito alla stregua di ogni altro bimbo comunitario, anche quando, in caso di separazione,   uno dei due genitori   è un militare, è un servitore dello stato, delle istituzioni.

Per questo SIM Marina propone:  Un tavolo tecnico  tra i soggetti interessati al fine di redigere Linee guida chiare che nei casi di separazione e divorzio inseriscano la tutela del minore come criterio prioritario nei trasferimenti e nelle assegnazioni degli incarichi, compatibile con le esigenze di servizio ma rispettosa dei diritti dei figli.

«Una nave senza rotta è destinata a perdersi».

Restando nell’alveo del linguaggio navale, permettetemi di dire che, se non tracciamo una rotta chiara per proteggere i figli dei nostri militari, li lasceremo – proprio loro, i più fragili – a navigare in mare aperto, senza bussola e, quel che è peggio, senza porto sicuro.

Noi oggi possiamo essere quel faro, ma dobbiamo decidere di accenderlo adesso affinché un domani, quando questi bambini saranno uomini e donne, ricorderanno se lo Stato li ha lasciati soli… o se ha teso loro la mano.

Noi crediamo fermamente, che una Forza Armata che sa proteggere i suoi figli, mentre i loro genitori proteggono la Patria, non solo è più giusta, ma è più forte…

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